domenica 22 gennaio 2012

Franco Battiato - Telesio (Recensione)

Franco Battiato TelesioUn nuovo capolavoro di Franco Battiato è passato quasi inosservato ai più, "Telesio" un concept-album incentrato sulla figura di Bernardino Telesio, filosofo cosentino che visse nel XVI secolo.
Prima che divenisse un album e dvd "Telesio" è stato uno spettacolo teatrale tenutosi a Cosenza presso il Teatro Alfonso Rendano, andato in scena il 6 Maggio 2011, sotto forma di prima opera olografica tridimensionale mondiale.
Dopo aver ricevuto un'offerta da parte del comune di Cosenza e del Teatro Rendano il poliedrico artista sicialiano si è occupato della regia e delle musiche e il suo collaboratore Manlio Sgalambro ha curato il libretto che accompagna l'opera, eseguita dal vivo dalla The Royal Philharmonic Orchestra e The London Baroque Choir, affinacati dalle voci di Giulio Borgi (Telesio), Divna Ljubojevic (Voce femminile), Paolo Lopez (Sopranista), Juri Camisasca (Voce maschile), Franco Battiato (Voce maschile), Carlo Guaitoli (Pianoforte), Angelo Privitera (Tastiere) diretti da Carlo Boccadoro, con le coreografie di Sen Hea Ha.

Da sengalare nel booklet del disco la presenza del dipinto di Franco Battiato, olio su tela raffigurante Telesio. Il primo de "L'Opera in due atti e un epilogo" si apre con il prologo pianoforte e archi, con voce maschile di Franco Battiato che canta: "Temperamento, colerico, sanguigno. Umore, allegro. Lo spirito anima la Terra e le piante. La pietra grezza. Tutto sente e palpita... tutto sente e palpita". Immediato, colto e allo stesso tempo semplice dunque efficace, questa è la forza duttile del maestro che riesce con disinvoltura a coniugare in arte i pensieri filosofici, fondendoli al minimalismo, musiche orientali, canti lirici intrecciati ad atmosfere elettroniche che fanno da sfondo alle note di pianoforte, il tutto senza apportare innovazioni.
Questa sesta opera classica di Franco Battiato è accostabile per certi versi a "Biophilia" di Björrk, per i suoi richiami alla natura, alla materia, al cosmo in un lungo iter coinvolgente.
Nell'intro Telesio recita: "Se si ritornasse veramente a se stessi, nel senso auspicato da Agostino, nel senso del reditus in se ipsum, sparendo il mondo esterno, sparendo la natura, spariremmo noi stessi. Dobbiamo riversarci interamente fuori di noi, per essere".
Seguito dall'Ouverture, del Coro e Sopranista: "...Sono un essere dormiente, incerto e oscillante tra realtà e sogno", si prosegue con "Il sogno", una composizione orientaleggiante, onirica e rilasante, mentre "Elettronica arcobaleni" concede momenti di quiete che predispone l'ascoltatore verso il "Duplice intelletto" recitato da Telesio: "Dato che l'uomo, contrariamente agli altri animali, non intende e desidera soltanto le cose sensibili e mortali, che si riferiscono ala sua conservazione presente, ma anche le cose divine e immortali, che si riferiscono alla sua salute eterna, sembra che gli si debba attribuire un desiderio e un duplice intelletto".
Nel settimo brano "Le Stimmate", in cui torna a recitare Franco Battiato: "Le stimmate dell'assunzione, si imprimono sulle cose. Cadevano dunque i veli al suo pensar, le spine e le corolle cadevano", seguito da note di pianoforte che fanno d'accompagnamento a Telesio, per poi lasciarsi cullare dall'alternanza tra Voce Femminile, Coro e Sopranista.
I primi secondi di "Fine del sistema solare" sono spaziali, musica ambient elettronica che apre all'orchesta che accompagna la Voce Femminile che canta: "Vivo sul finire del sistema solare. A quel che pare. Svestirsi vestirsi alzarsi coricarsi e continuare a vivere. Come niente, come niente. Se non si sveglia quello che chiamiamo Spirito, che dorme, dorme, ben poco ci resta".
"Corale" ricorda musicalmente "Inneres Auge", non è un caso se Telesio recita: "Dove si avverte di nuovo la sostanzialità del pensare, il pensare è tutto: vivere filosoficamente. In ciò non si scorge nè audacia, nè il cosidetto coraggio delle proprie opinioni", il decimo brano "Danza 1" chiude il primo atto, con ripresa del motivo finale di "Fine del sistema solare" con Sopranista e coro.
Il secondo atto: "Una piccola folla sotto la casa di Telesio urla... Eretico, figlio del diavolo, al rogo..." con prologo strumentale, susseguito da "Abiuras" con coro e orchestrazioni che s'impongono sul sottofondo della folla che grida, dove le musiche vivono la stessa tensione creatasi attorno all'inquisizione di Telesio. "Il freddo e il caldo" ristabilisce momenti di tranquillità, dove cantano il Sopranista e la Voce Femminile, in una melodia dolce, mentre "Benedictus" funge da intermezzo musicale dove sul finale spicca un canto gregoriano, dove telesio recita i suoi ricordi su Giovanni Pierluigi di Palestrina. Il quindicesimo brano "Un amore romano", vede Telsio ricordare un suo amore giovanile, il passo più romantico in cui compare maggiormente il tocco e lo stile inarrivabile di Franco Battiato. Nell' "Esistenza di Dio" emergono il Coro e la lirica della Voce Femminile, mentre in "Scampanio" torna la tensione, per poi placarsi in armonie gradevoli, in cui il Sopranista canta: "Ospite sono del regno cerebrale, Ingordo di stelle luccicanti, di venti, fulmini e mari, di colori e sapori. Mi espongo al crollo, alle rovine. Pensare mi riesce ancora, mi riserva sorprese". In "Attende Domine" la Voce Maschile canta in latino, mentre Telesio passeggia nel chiostro, seguita dalla strumentale "Danza 2" che riprende il motivo del primo atto, dove giunge una "Devota precisazione" di Telesio: "Le passioni, a causa delle quali l'uomo si addormenta, non sono proprio dell'anima immessa da Dio, ma dello spirito tratto dal seme. Il cielo e la terra sono destinati a trasformarsi o a perire".
L'epilogo avviene con un "Coro finale" dove "Bernardino Telesio a tumulazione avvenuta fu calato nella tomba storica filosofica. Stasera lo spirito della musica lo ha accolto".

Quando si ha a che fare con opere di questa portata è necessario eccedere in prolisse elucubrazioni, al fine di esaltare alcuni tratti culturali che difficilmente possono essere comprese se non riportate fedelmente. In "Telesio" il libretto ha un'importanza primaria, dato che essa è un opera teatrale, cosa che non spiega l'intollerabile silenzio che c'è stato da parte dei molti attorno a questa grandiosa composizione classicheggiante, che non è assolutamente da considerarsi di difficile compresione, anzi Franco Battiato e i suoi collaboratori sono riusciti - come si fa con i bambini - a raccontarci egregiamente di uno dei tanti geni ci ha preceduto nella storia della civiltà italiana.

Voto: ◆◆◆◆
Label: Sony Music


4 comments:

Divudì ha detto...

Franco Battiao :-P

Johnamoroso ha detto...

ahahhah la cosa più importante ;)

Anonimo ha detto...

Penso che un ritardato con un quoziente intellettivo minimo possa scrivere mooooooolto meglio di te.

Fabio P.

Michele Nigro ha detto...

Il “Telesio” olografico di Franco Battiato e la teoria dell’universo ologramma http://michelenigro.wordpress.com/2014/04/03/telesio-olografico-franco-battiato-teoria-universo-ologramma/#more-6070

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